17 aprile 2025
Ferrari, DG Webuild: urgente intervento coordinato in Europa a livello finanziario per rispondere a crescente incertezza dei mercati
Milano, 17 aprile 2025 – “Siamo entrati a pieno titolo in un’era di incertezza, in cui la gestione del risparmio e dei mercati richiede nuove risposte. L’Europa rischia di restare indietro se non saprà affrontare le proprie debolezze strutturali. Il debito pubblico – sia a livello nazionale che europeo – va gestito con equilibrio e visione strategica. In assenza di interventi coordinati, il capitale continuerà a fuggire, e la frattura tra Europa e Stati Uniti si farà sempre più profonda”. È quanto ha sottolineato Massimo Ferrari, Direttore Generale Webuild, intervenendo su Corriere Tv al dibattito dal titolo “” della rubrica "Non solo numeri” del vicedirettore del Corriere della Sera, Daniele Manca.
“Questa fase economico-finanziaria globale è dominata da una crescente instabilità, che impatta profondamente sui comportamenti degli investitori, sulla gestione del debito pubblico e sulla capacità dei Paesi di attrarre risparmio. L’Italia e l’Europa si trovano a dover affrontare una molteplicità di sfide”, ha proseguito. “L’incertezza è tale che le imprese esitano nell’effettuare nuovi investimenti e nel prendere denaro in prestito. Questo rallentamento nella domanda di credito può rallentare a cascata il meccanismo di trasmissione delle politiche monetarie delle banche centrali, indebolendo l’effetto di stimolo dei tagli ai tassi di interesse”.
L’attuale incertezza tocca anche questioni più ampie: il debito pubblico americano è talmente imponente da rappresentare una potenziale minaccia sistemica. “Le oscillazioni dei titoli di Stato americani di queste settimane sono state probabilmente all’origine del rinvio di alcuni dazi deciso da Trump. Il debito americano vale oltre 36 mila miliardi ed è sempre stato considerato sicuro. Se diventasse ad alto rischio nella percezione degli investitori le conseguenze sui mercati sarebbero dirompenti e si propagherebbero presto all’economia reale perché dietro l’angolo si potrebbe intravedere un credit crunch, una stretta creditizia”, ha concluso.