Ponte Farnese Percorso Farnesiano

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Palazzo Farnese

Nel 1517 il cardinale Alessandro Farnese (1468-1549), il futuro pontefice Paolo III, dette avvio a Roma alla costruzione di un’imponente residenza progettata da Antonio da Sangallo nel più puro stile rinascimentale in Campo dei Fiori, oggi conosciuto come Palazzo Farnese, sede dell’Ambasciata di Francia a Roma.

La Collezione Farnese

La Collezione Farnese rappresenta una delle più grandi raccolte di sculture antiche formata nel Rinascimento, rimasta sostanzialmente intatta, seppur oggi lontana dalla sua sede originaria, ma custodita tra il Museo Archeologico Nazionale di Napoli e il Museo e Real Bosco di Capodimonte a Napoli.

Le prime antichità che alimentarono le collezioni antiquarie del Papa Paolo III e dei suoi nipoti, il secondo duca di Parma Ottavio Farnese (1524-1586) e i cardinali Alessandro (1520-1589) e Ranuccio (1530-1565) provenivano da fortunati scavi effettuati in aree archeologiche di Roma e costituirono per oltre due secoli motivo di ammirazione e di meraviglia per i visitatori del Palazzo Farnese.
Queste statue, tranne il cosiddetto “Toro Farnese”, furono esposte, con precisi intenti di celebrazione dinastica, sotto le arcate del cortile e nelle sale del piano nobile del Palazzo Farnese.

Una organizzazione dell’intero e immenso complesso di sculture nell’ambito di un preciso progetto decorativo del Palazzo Farnese, finalmente ultimato, fu svolto dal pronipote del Gran Cardinale, Odoardo (1573-1626), con l’allestimento della famosa Galleria. Realizzata nell’ala sudoccidentale del Palazzo e affrescata con temi mitologici tra il 1597 e il 1600 da Annibale e Agostino Carracci, divenne il punto focale e il cuore dell’arredo statuario del Palazzo.

Villa Farnesina

Il 6 luglio 1579 la proprietà del Palazzo del giardino del banchiere senese Agostino Chigi venne ceduta al cardinale Alessandro Farnese per la somma di 10.500 ducati che lo fuse con la sua proprietà adiacente, Casino Farnese, costituita da una casa con viridario acquistata alla fine del Quattrocento. 

Da quel momento il Palazzo del banchiere senese Agostino Chigi diviene noto come la “Farnesina”. 

Dopo l’acquisto della Villa, il luogo fu abbellito da numerose sculture all’interno e nell’incanto della natura.
Nei Giardini Chigi erano collocati sarcofagi, rilievi, elementi architettonici e statue.

Il frammento del fregio del cosiddetto “Teatro marittimo di Villa Adriana” era impiegato in una fontana, alimentata attraverso una protome di divinità fluviale “Tritone marino”, ancora oggi posta nei Giardini Chigi con la stessa funzione
Secondo un progetto di Michelangelo Buonarroti un ponte sul Tevere avrebbe dovuto collegare le due proprietà prospettanti sui due lati del fiume.

Horti Farnesiani al Palatino

Furono poi acquistate nuove proprietà tra cui - oltre Villa Madama e Palazzo Farnese a Caprarola - le vigne sul palatino cosiddetti Horti Farnesiani al Palatino, che la famiglia Farnese per uniformarsi al gusto cinquecentesco possedette sul Colle Palatino e che sorse per progressiva aggregazione di vigne e giardini appartenenti ad altre famiglie. La proprietà insisteva principalmente sull’area anticamente occupata da una delle residenze imperiali, la Domus Tiberiana.

Articolati su più livelli, raccordati tra loro da scenografiche scale, gli Horti Farnesiani prospettavano con l’elegante portale opera del Vignola, sulla Basilica di Massenzio, mentre dalla terrazza superiore del giardino interno si dominava la valle del Foro Romano 

Estintosi il casato Farnesiano la collezione passò ai Borbone di Napoli, attraverso una complessa vicenda di trasmissioni ereditarie tra Parma e la Spagna.

Tra il 1786 e il 1800 le ex residenze farnesiane furono svuotate dai loro arredi statuari
Le sculture farnesiane giunsero a Napoli avendo inizialmente destinazioni diverse (la Fabbrica della Porcellana di Capodimonte, il Palazzo Reale, la Reggia di Caserta, i giardini della Villa Reale a Chiaia) prima di approdare definitivamente nel Museo Nuovo dei Vecchi Studi, poi ribattezzato nel 1816, Real Museo Borbonico (oggi Museo Archeologico Nazionale di Napoli).
L’attuale allestimento nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli, curato dal Socio Linceo Prof. Carlo Gasparri, cerca di riproporre la collezione così come era stata concepita ed organizzata tra Cinque e Seicento.

 

Virginia Lapenta, Conservatrice Villa Farnesina - Accademia Nazionale dei Lincei

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