Salvataggio dei Templi di Abu Simbel
I templi di Abu Simbel, costruiti da Ramses II nel XIII secolo A.C. sono tra i più grandi e magnifici monumenti dell’antichità, testimonianza eccezionale di uno dei periodi più splendidi della storia egiziana.
Quando fu decisa la costruzione della diga di Assuan il cui invaso avrebbe per sempre sommerso i templi, l’UNESCO lanciò una campagna per cercare una soluzione che permettesse di salvarli, conservandoli così all’ammirazione delle generazioni future.
Grazie al contributo di 113 Paesi venne così progettata e finanziata una complessa opera di smontaggio e ricostruzione dei templi di Abu Simbel in un'area che sarebbe stata risparmiata dalle acque. Il progetto venne messo a punto da un'azienda svedese e Impregilo ricevette l'incarico di smontare i templi, sezionati in 1030 blocchi e di costruire la collina artificiale, simile all'originale, che sarebbe diventata la loro nuova dimora.
I templi vennero così smontati, stoccati, trasportati e ricostruiti fedelmente 65 metri più in alto e 280 metri più all'interno, conservando la loro orientazione originaria rispetto agli astri e al sole.
Primo passo fu la costruzione di un cofferdam (diga di sbarramento) lunga 370 m e alto 25 m per proteggere l’area dei templi dall’innalzamento delle acque del Nilo. Servirono 380.000 m3 di roccia e sabbia e 11.000 m2 di pile in lamiera d’acciaio.
La maggior parte del lavoro di scavo venne fatta senza l’aiuto di esplosivi per non mettere in pericolo i templi per via delle vibrazioni: l’unica soluzione fu l’utilizzo di martelli pneumatici azionati a mano. Sia l’interno sia la facciata del tempio dovettero invece essere tagliati con seghe a mano.
Tutte le macchine di cantiere per il trasporto - 630 tonnellate di macchinario da sterro e scavo, 135 tonnellate di compressori, martelli pneumatici e perforatori, 350 tonnellate di macchinario di sollevamento, e 610 tonnellate di veicoli – arrivarono dall’Europa, via mare.
Il tempio venne infine ricostruito all'interno di una struttura artificiale, dotata di archi e cupole protettive di calcestruzzo, realizzate con criteri innovativi. La localizzazione combinò tecnologie avanzate a tecniche simili a quelle antiche: per mantenere l’orientamento originario rispetto agli astri, ad esempio, si fece ricorso a calcoli astronomici che ancora oggi, come 3000 anni fa, consentono al Sole di illuminare le divinità ospitate nel tempio maggiore in occasione dell’equinozio di autunno e di primavera.
Abu Simbel fu un progetto unico nel suo genere: mai nessun progetto di costruzione subì mai una tale varietà di procedure di prova e di progetti e soluzioni tecniche.
Cliente: Ministry of Culture and National Guidance, Cairo, Egitto
Dati tecnici
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Blocchi: 1030, ognuno dal peso di circa 20 tonnellate
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uomini Forza lavoro
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Ore di lavoro