24 aprile 2020

Pietro Salini su Rai Radio1: ripresa parta da investimenti in infrastrutture per sanità e manutenzione

NOTE STAMPA

Milano, 24 aprile 2020 – Un piano di investimenti in grandi infrastrutture per riattivare crescita ed occupazione, ripartendo da interventi nei settori sanitario e della manutenzione delle opere infrastrutturali in Italia, e sbloccando le opere ferme già cantierabili nel 2020/2021, che ammontano a ben €27 miliardi.  In un’intervista al programma Il Mix delle Cinque, condotto da Giovanni Minoli su Rai Radio1, Pietro Salini, Amministratore Delegato del Gruppo Salini Impregilo (Webuild), ha raccontato la sua visione sugli scenari di ripresa per l’Italia, sottolineando come continuare a lavorare in sicurezza nei cantieri sia possibile, come stanno dimostrando tutti i cantieri attivi in Italia e nel mondo. “Con l’emergenza COVID abbiamo riorganizzato le nostre attività e siamo operativi in cantieri come il Ponte di Genova, che in questi giorni sta realizzando lo sprint finale per completare l’infrastruttura portante dopo solo 10 mesi dal getto di calcestruzzo della prima pila. Sin dall’emergere dei primi segnali dell’emergenza da infezione Coronavirus, Salini Impregilo si è attivata su due fronti: garantire la salute e la sicurezza delle proprie persone aspetto, con una task force di oltre 500 persone nel mondo; e garantire la continuità del business, per i clienti”. E ha proseguito Salini: “Oggi dobbiamo puntare su investimenti che creino produzione ed occupazione. Quest’anno andrà bruciato il 10% del PIL italiano e dobbiamo difendere ciò che abbiamo. Si parla sempre di mancanza di risorse, ma non sono le risorse che mancano: oggi abbiamo 28 miliardi di euro del Fondo di Coesione immediatamente spendibili, e sono cassa vera, che potremmo utilizzare immediatamente per far partire le infrastrutture e con esse creare nuova occupazione, vera emergenza del nostro Paese. L’Europa ci sta dando molte risorse, e credo che il Governo italiano in Europa abbia segnato un gol e che stiamo tornando di nuovo ad una idea vincente di Europa solidale”.

Salini si è spinto oltre proponendo anche un programma di investimenti per il breve ed il medio termine. Il piano riparte dal sistema sanitario, il cosiddetto “Covid Hospitals”. “Stiamo proponendo di investire per creare 10mila posti letto in ospedali specializzati, per dotare il Paese di un sistema sanitario adeguato e capace di rispondere allo scenario che si creerà nei prossimi mesi. Un piano che costerebbe meno di 1,5 miliardi di euro”.  Allo stesso tempo, Salini punta su un piano integrato di manutenzione su tutte le infrastrutture italiane. “Vogliamo creare una società di manutenzione capace di gestire la manutenzione delle infrastrutture su tutto il territorio nazionale, molte ormai obsolete, per far lavorare e rimettere in marcia un intero settore costituito soprattutto da piccole e medie aziende, settore da troppi anni in crisi”.

Un focus sull’Italia che si riflette in Progetto Italia, l’operazione di consolidamento delle infrastrutture del Paese promosso da Salini per creare un gruppo internazionale più attivo sui mercati internazionali, Webuild. “A Genova abbiamo fatto quanto ci è stato chiesto. Vorremmo fare di più nel nostro Paese, riportando qui le nostre competenze riconosciute in tutto il mondo, come fanno i nostri competitor, che hanno elevate quote di fatturato nei mercati domestici”. Le opere pubbliche, secondo Salini, dovrebbero infatti essere viste come “l’ambulanza del sistema che rimette il malato in condizioni di raggiungere l’ospedale, e noi tutti dovremmo considerare questa crisi anche come un’opportunità per avviare una nuova modalità di collaborazione tra enti appaltanti e società di costruzione, partendo dal modello Genova, che ha dimostrato di funzionare molto bene. Non poteri speciali per realizzare le infrastrutture, ma persone speciali che hanno tutte insieme come obiettivo la realizzazione delle opere”.

Salini ha poi commentato l’approvazione della proposta di concordato da parte dell’assemblea dei creditori di Astaldi, che accelera il processo per l’entrata di Astaldi nel Gruppo Webuild. “Siamo fiduciosi che questo processo avverrà in tempi rapidi, ne trarremo beneficio tutti. Intanto a maggio cambieremo nome, ci chiameremo Webuild, un nome che rappresenta il nostro DNA: cosa facciamo, costruiamo (build), e come lo facciamo (we), con un grande gioco di squadra” ha concluso.

Pietro Salini su Rai Radio1: ripresa parta da investimenti in infrastrutture per sanità e manutenzione
Materiale informativo - Progetto Ponte sullo Stretto di Messina
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