Addio a Vincenzo Lodigiani, erede di una dinastia di grandi costruttori

Quando nel 1964 un gruppo di cavatori di Carrara raggiunse le rive del Nilo per compiere l’impresa unica di smontare e spostare i templi di Abu Simbel, che rischiavano di venire sommersi dalle acque per la costruzione della diga di Assuan, Vincenzo Lodigiani era l’erede designato di una dinastia di grandi costruttori.
Per l’uomo che incarnava la terza generazione di una famiglia che, dal nonno Vincenzo al padre Luigi, aveva fondato e reso grande l’impresa Lodigiani, vincere quella sfida non era solo una conquista personale, ma il segno dell’avanguardia e delle elevate capacità tecniche raggiunte dalle aziende italiane nel mondo.
Il mondo delle costruzioni piange la morte di Vincenzo Lodigiani, deceduto all’età di 88 anni dopo aver legato la sua vita ad alcune delle più grandi opere realizzate in Italia e all’estero.
Salvataggio dei Templi di Abu Simbel - Egitto
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La sua è prima di tutto una storia di famiglia, iniziata nel 1906 quando il nonno Vincenzo fonda a Piacenza la Lodigiani, un’impresa che si caratterizza fin dai primi anni nella costruzione di infrastrutture complesse.
Dagli anni '20 al Dopoguerra: costruire per creare valore
Negli anni Venti la linea ferroviaria Parma-La Spezia e Genova-La Spezia, ma anche il Ponte di Recco (ricostruito dopo i bombardamenti in calcestruzzo armato precompesso, usato per la prima volta in Italia), le officine meccaniche del Porto di La Spezia, e la diga di Mignano sull’Arda, dove per la prima volta furono usati nastri trasportatori per il trasporto dei materiali in cantiere.
Ma non sono solo le grandi opere a legare la storia dell’azienda alla storia d’Italia. Durante la Seconda Guerra Mondiale l’impresa, che era impegnata in lavori al confine con la Svizzera, riesce a salvare tante persone camuffandole come operai. In quei giorni difficili le teleferiche, usate abitualmente per raggiungere i cantieri, si trasformano in occasione di fuga e di rinascita per tanti italiani.
Vincenzo Lodigiani, rappresentante della terza generazione di una famiglia di costruttori, si forma all’interno di questa cultura aziendale, con la convinzione che la caratteristica dell’azienda sarebbe stata proprio la costruzione di grandi opere complesse.
Già nel Dopoguerra l’impresa ha infatti iniziato a lavorare anche all’estero: in Grecia, nel Peloponneso, costruendo una diga; o ancora al confine tra l’Italia e la Svizzera, dove viene edificata la diga della Val di Lei.
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Gli Anni '50: il successo della Diga di Kariba, una delle più grandi al mondo
Ma una delle sue opere più significative è sicuramente la diga di Kariba, realizzata negli anni ’50 sul fiume Zambesi, al confine tra Zambia e Zimbabwe.
L’opera viene finanziata dalla Banca Mondiale e per la sua realizzazione sono impegnati 800 operai italiani e 5.000 locali. Realizzare Kariba, che sarebbe diventata una delle più grandi dighe al mondo, è un impegno collettivo per il quale la Lodigiani costruisce una scuola destinata alle famiglie italiane presenti in cantiere, campi da tennis, una piscina e una chiesa.
Il successo di Kariba vale a Giuseppe Lodigiani, zio di Vincenzo, il riconoscimento di Cavaliere dell’Impero Britannico, assegnato direttamente dalla Regina Elisabetta al momento dell’inaugurazione dell’impianto.
Per il Gruppo Webuild, Kariba rappresenta la prima grande collaborazione tra le imprese che hanno contribuito alla sua storia e che hanno portato, nel tempo, alla sua configurazione attuale.

Diga di Kariba: un'opera ciclopica
Nel 1959 viene inaugurata la diga di Kariba, una delle opere idriche più grandi e spettacolari del continente africano, oggi tra lo Zimbabwe e lo Zambia. 128 metri di altezza, 975.000 m3 di calcestruzzo e un bacino artificiale di 185.000.000.000 m3 ne fanno ancora oggi una delle dighe più grandi del mondo.
Le opere più importanti nella storia moderna italiana
Sulla scia del successo della Diga di Kariba, Vincenzo diventa presidente della Lodigiani ed eredita questo enorme bagaglio di conoscenza, esperienza e tecnica. Un bagaglio storico che ha permesso alla Lodigiani di diventare la seconda impresa italiana per fatturato dietro la Cogefar, all’epoca un altro colosso del settore che poi confluirà anch’essa nel Gruppo Webuild.
Lo stesso bagaglio che assicura alla Lodigiani la capacità di realizzare alcune delle opere più importanti nella storia moderna italiana. Diversi lotti dell’Autostrada del Sole, l’aeroporto di Reggio Calabria, un tratto dell’autostrada del Brennero, la Direttissima Firenze – Roma, e dal 1995 come Impregilo, la linea ferroviaria ad alta velocità Bologna-Firenze, uno dei progetti più complessi ma anche di maggiore impatto del Paese.
Direttissima_Firenze_Roma-Italia
Vincenzo Lodigiani rappresenta la terza generazione di questa dinastia di costruttori che, insieme ad altre imprese ha dato vita a Impregilo, costituendo infine il Gruppo Webuild
Il Gruppo Webuild, leader delle grandi opere in Italia e uno dei principali player mondiali, ricorda oggi Vincenzo Lodigiani, consapevole che la sua eredità e quella della sua azienda sono parte del DNA di un Gruppo animato ancora oggi dal desiderio di costruire infrastrutture capaci di migliorare la vita delle persone.